Accosto: area di avvicinamento alla banchina.
Acque Territoriali: la fascia di mare sino a 12 miglia dalla costa.
Adeguamento tecnico funzionale (ATF): modifiche che non alterano in modo sostanziale l’assetto infrastrutturale del PRdSP. Non può condurre a modifiche delle strategie né degli obiettivi del PRdSP. Fa parte delle possibili modifiche ai PRdSP vigenti, insieme alla Variante Stralcio e la Variante Generale, come previsto nella legge di riforma portuale (D.Lgs. 169/2016) e successivo correttivo del 13 dicembre 2017.
AIFO: lo scarto degli scarti dei prodotti petroliferi, scarsamente infiammabile.
Area Demaniale: area appartenente al demanio, l’insieme di beni inalienabili e imprescrittibili che appartengono allo Stato. I beni demaniali sono tutelati dall’autorità amministrativa con competenza all’agenzia del demanio. Le autorità di sistema portale amministrano in via esclusiva le aree e i beni del demanio marittimo ricompresi nella propria circoscrizione, secondo la legge 84/1994 del Codice della Navigazione. L’AdSP cura il rilascio delle concessioni demaniali per lo svolgimento di svariate attività (cantieristiche, terminalistiche, industriali, commerciali, eccetera).
Area ex carbonile: area situata nei pressi della Lanterna dove dal 2017 è iniziata la dismissione del carbonile Enel, la cui concessione è scaduta nel 2020.
ATZ: acronimo utilizzato per definire olio combustibile ad alta percentuale di zolfo, oltre l’1%.
Autorità di Sistema Portuale (AdSP): ente pubblico con personalità giuridica che gestisce e organizza i beni e i servizi nel rispettivo ambito portuale. Le AdSP rappresentano i loro porti in tutto il mondo. Istituite con la legge 84 del 1994, oggi le loro attività sono disciplinate dal D.Lgs. 169 del 2016.
Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale: istituita nel 2016 (D.lgs. 169/2016) in seguito al passaggio da autorità portuale ad autorità di sistema portuale, comprende i porti di Genova, Prà, Vado e Savona.
Autorità di Bacino: è un ente pubblico non economico, istituito con legge 183/1989, sostituita successivamente dalla legge n. 152/2006 (artt. da 63 a 72 bis), in seguito al decreto 294/2016 si sono definiti le Autorità di Bacino Distrettuali e risultano soppresse le vecchie autorità di bacino. L’Autorità di Bacino distrettuale opera sui bacini idrografici, per azioni di difesa del suolo e del sottosuolo, il risanamento delle acque, la fruizione e la gestione del patrimonio idrico e la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi. Per quanto riguarda la Liguria si fa quindi riferimento all’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Settentrionale (dove sono confluite l’Autorità di Bacino del Fiume Magra e l’Autorità di Bacino regionale) e l’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po.
Autorità Marittima: nei porti di minor traffico dove non sono istituite le Autorità Portuali, l’Autorità Marittima è titolare esclusiva delle funzioni di amministrazione attiva e di vigilanza sulle attività svolte.
Nei porti maggiori, in cui sono presenti Autorità Portuali, l’Autorità Marittima conserva solo competenze non espressamente attribuite alle Autorità tra cui: funzioni di polizia e sicurezza previste dal codice della navigazione (ricerca e soccorso in mare, sicurezza della navigazione e portuale, polizia marittima, controllo del traffico marittimo e della pesca, organizzazione dei servizi tecnico-nautici e relative tariffe, indagini ed inchieste sui sinistri marittimi, proprietà navale e regime amministrativo delle navi, protezione dell’ambiente marino).
Esercita inoltre, sempre con carattere residuale, funzioni amministrative disciplinate dagli articoli 32, 33, 34 (controllo dei servizi tecnico-nautici: pilotaggio, rimorchio, ormeggio e battellaggio).
Autorizzazioni: in diversi contesti, l’amministrazione competente può dover valutare la compatibilità di alcune attività private con gli interessi pubblici coinvolti, successivamente alla verifica la PA può concedere l’autorizzazione al suo svolgimento. Per quanto riguarda gli stabilimenti RIR, l’articolo 16 del decreto legislativo 105 del 2015 precisa che “Chiunque intende realizzare un nuovo stabilimento di soglia superiore, prima di dare inizio alla costruzione degli impianti, oltre a tutte le autorizzazioni previste dalla legislazione vigente, deve ottenere il nulla osta di fattibilità di cui all’articolo 17, comma 2; a tal fine, presenta al CTR […] un rapporto preliminare di sicurezza redatto secondo i criteri di cui all’allegato C. Il permesso di costruire non può essere rilasciato in mancanza del nulla osta di fattibilità”. L’allegato C riporta tutti i “Criteri, dati e informazioni per la redazione e la valutazione del Rapporto di sicurezza e del Rapporto preliminare di sicurezza”.
Banchina: punto di attracco per lo scarico e carico di merci o imbarco e sbarco dei passeggeri.
Bacino: luogo di riparazione e manutenzione della carena delle navi.
Bacino di contenimento di liquidi: è una struttura per il contenimento di liquidi utilizzata come misura di protezione ambientale e di sicurezza contro lo sversamento.
Bitume: miscela di idrocarburi naturali o residuati derivanti dalla distillazione o raffinazione del greggio (semisolido).
BTZ: acronimo usato per definire olio combustibile a bassa percentuale di zolfo, al di sotto dell’1%.
Buffer: le zone buffer sono poligoni vettoriali che descrivono le aree attorno a geometrie del mondo reale.
Bunkeraggio: operazione di rifornimento per navi.
Calate: tratto delle banchine dei porti destinato all’ormeggio delle navi mercantili, per l’imbarco o lo sbarco diretto di merci o di passeggeri, o per il deposito di materiale commerciale.
Caratterizzazione dei terreni: carotaggi per valutare lo stato delle falde freatiche eventualmente presenti al di là di quella del mare.
Capitaneria di Porto: ufficio periferico dell’amministrazione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, e sede amministrativa di un compartimento marittimo. Sono state istituite con Regio Decreto 2438/1865. La sua competenza è quella della gestione amministrativa, la sicurezza della navigazione, la salvaguardia della vita umana in mare e in genere tutte le attività marittime connesse alla fruizione del mare. Qui opera anche la Guardia Costiera della Marina Militare.
Certificazioni: l’adozione di un sistema di gestione è un’azione volontaria che permette ad un’azienda/organizzazione di tenere sotto controllo e ottimizzare i propri processi e attività attraverso un insieme di regole e procedure definite in una norma riconosciuta a livello internazionale. L’Organizzazione internazionale per la normazione (ISO) è la più importante organizzazione a livello mondiale per la definizione di norme tecniche. Svolge funzioni consultive per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura. Le certificazioni aziendali più note riguardano la qualità della lavorazione, il rispetto per l’ambiente e la sicurezza e la salute dei lavoratori. Sono dei riconoscimenti che attestano la creazione, l’applicazione e il mantenimento di un sistema di gestione e di organizzazione del lavoro conforme a specifiche norme di riferimento, valide a livello internazionale.
Codice della Navigazione: regolamenta e disciplina la navigazione marittima, interna ed area, nelle acque territoriali e nello spazio aereo italiani ex R.D. 327/1942. Funzioni di polizia e vigilanza per le attività marittime sono svolte da ENAC per le attività aeree e dalla guardia costiera per le attività marittime.
Comitato di gestione di AdSP: è un organo collegiale con funzioni politiche composto dal Presidente della AdSP, un componente designato dalla Regione o di ciascuna Regione inclusa nell’AdSP, un componente designato dal sindaco di ciascuna delle città metropolitane, se presente, un componente designato dal sindaco di ciascuno dei comuni ex sede di una autorità portuale, inclusi poi in AdSP (esclusi i comuni capoluogo delle città metropolitane), un componente rappresentante l’Autorità Marittima, designato dalle direzioni marittime competenti del territorio. Il Comitato di Gestione ha funzioni deliberative, approva il piano operativo triennale e la relazione annuale sull’attività promozionale, organizzativa ed operativa del porto, del bilancio preventivo e del conto consuntivo. Esprime pareri relativamente alle funzioni del presidente sull’amministrazione delle aree demaniali e delibera il rilascio delle autorizzazioni e delle concessioni.
Comitato Tecnico Regionale (CTR): è un organismo interdisciplinare e multiprofessionale che svolge funzioni istruttorie ed ispettive nell’ambito degli stabilimenti a Rischio di Incidente Rilevante. Adotta il proprio regolamento di funzionamento sulla base delle direttive emanate dal Ministero dell’Interno, ha connotazione regionale e si compone di membri dei Vigili del Fuoco, ARPA, INAIL ed enti di valenza territoriale quali Regione, Province, Comuni, Aziende Sanitarie Locali. La sua composizione e funzionamento è disciplinata all’articolo 10 del decreto legislativo 105 del 2015.
Composti Organici Volatili (COV): sono molecole di tipo organico, che hanno la tendenza a transire dallo stadio liquido a quello aeriforme a temperature non elevate, dunque al solo contatto con l’atmosfera. Molti COV possono contribuire all’incremento dell’effetto serra e possono essere pericolosi per animali e umani. Esistono specifiche tecnologie per abbattere gli effetti di questa categoria di inquinanti, ad esempio scrubber.
Composti Inorganici Volatili (CIV): sono composti inorganici, ad esempio lo è l’anidride carbonica. I CIV sono trattati tramite macchine come gli scrubber o le colonne di lavaggio che operano per rimuovere gli inquinanti.
Decreto Genova (d.l. 109/2018): prevede “Disposizioni urgenti per la città di Genova, la sicurezza della rete nazionale delle infrastrutture e dei trasporti, gli eventi sismici del 2016 e 2017, il lavoro e le altre emergenze”. Agli articoli da 1 a 11 prevede disposizioni urgenti volte a velocizzare le operazioni di demolizione e ricostruzione del viadotto Morandi a Genova, alla nomina di un Commissario straordinario per la ricostruzione, al sostegno dei soggetti danneggiati per il crollo, alla ripresa delle attività produttive e di impresa, nonché per il ripristino della funzionalità dei servizi pubblici e delle infrastrutture. La legge di bilancio 2020 ha modificato il decreto Genova, all’articolo 1 comma 72 che prevede la “Messa in sicurezza idraulica Genova, rio Molinassi, rio Cantarena, Sestri Ponente”.
Depositi chimici: un deposito chimico per prodotti liquidi è un insieme di serbatoi in cui vengono contenuti prodotti chimici per distribuirli. Questi prodotti costituiscono la base per la produzione di molte altre sostanze usate nei processi industriali. Ad esempio, il metanolo è una sostanza chimica liquida prodotta fuori dall’Europa, ed è logisticamente vantaggioso che venga trasportata in navi cisterna, poi inserita nei depositi chimici per essere successivamente ritrasferita alle diverse industrie che se ne devono servire (ad esempio per la fabbricazione della colla).
Depositi Costieri Petrolchimici: Gli insediamenti di Carmagnani e Superba si definiscono “depositi costieri”. La definizione di “deposito” va, innanzitutto, distinta da quella di “stabilimento”. I depositi – costieri o interni che siano – conservano liquidi. Gli stabilimenti realizzano svariate lavorazioni (come raffinamento o distillazione) a seconda del tipo di stabilimento. I depositi “costieri” sono posizionati in prossimità di coste o installati sul demanio marittimo (darsene, canali o porti). Si definiscono depositi costieri anche i depositi situati nell’entroterra ma collegati alle vie navigabili tramite tubazioni fisse. Riferimenti normativi utili in proposito sono: il D.M. 31/07/1934 (artt. 15, 36, 61); il Codice della Navigazione del 1942 (art. 52); il Regolamento del Codice della Navigazione (art. 41); la L. 84/1994. La scelta di posizionarli vicino alla costa nasce da motivi prettamente logistici. I prodotti liquidi petroliferi e petrolchimici hanno come via preferenziale di movimentazione il trasporto marittimo (navi cisterna, petroliere o chimichiere: mezzi che permettono il trasporto di volumi molto più consistenti rispetto ad autobotti e ferrocisterne), pertanto la vicinanza alle vie navigabili riduce tempi e costi delle operazioni di trasferimento dei prodotti dalle navi ai serbatoi di stoccaggio e viceversa, incrementando la sicurezza anche sotto il profilo ambientale. L’utilizzo del termine “petrolchimico” nel caso dei depositi Carmagnani e Superba non è corretto poiché le aziende non costituiscono stabilimento petrolchimico ovvero non compiono lavorazioni del petrolio o del gas naturale per produrre prodotti chimici. I prodotti stoccati possono essere, tuttavia, di derivazione petrolchimica – come gli idrocarburi aromatici – provenienti da stabilimenti petrolchimici.
Distretti di Trasformazione: individuano ambiti urbani per i quali si prevede un sistema complesso di interventi destinati ad innovare in modo sostanziale l’assetto fisico e funzionale di parti del comprensorio comunale.
Documento di Pianificazione Strategica di Sistema (DPSS): documento che sintetizza l’approccio alla pianificazione strategica portuale. I contenuti del Documento di Pianificazione Strategica di Sistema (DPSS) sono elaborati dagli uffici dall’Autorità di Sistema Portuale, coerenti con il Piano generale dei trasporti e della logistica (PGTL), e con gli orientamenti europei in materia di portualità, logistica e reti infrastrutturali nonché con il Piano strategico nazionale della portualità e della logistica.
D.M. 31 luglio 1934 n. 228 Approvazione delle norme di sicurezza per la lavorazione, l’immagazzinamento, l’impiego o la vendita di oli minerali, e per il trasporto degli oli stessi: il titolo II riguarda la classificazione degli oli minerali dei residui e delle miscele carburanti; il titolo III riguarda la costruzione di stabilimenti e depositi costieri su calate dei porti.
ENAC (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile): autorità unica di regolazione tecnica, certificazione, vigilanza e controllo nel settore dell’aviazione civile in Italia nel rispetto dei poteri derivanti dal Codice della Navigazione.
GNL (o LNG): gas naturale liquefatto sottoposto a trattamenti utilizzato come carburante nelle grandi navi. Ha impatti minori sull’ambiente rispetto ad altri carburanti (kerosene o olio combustibile).
Irraggiamenti: indicatore delle possibili aree di danno, nell’intorno dello stabilimento, relative a incidenti con sostanze infiammabili quali incendi di pozza, di getto, di nube, o fireball.
Mitigazione e compensazione: l’impatto ambientale della costruzione di un’opera o un progetto deve essere mitigato e/o compensato per fare sì che costi e benefici ambientali si mantengano in equilibrio. La compensazione ambientale è orientata a fare sì che il valore complessivo dell’ambiente interessato sia pari o aumentato. In sede di VAS o di VIA è necessario valutare i possibili impatti ambientali arrecati dal progetto/opera e sulla base di questi è opportuno decidere quali saranno le misure compensative utili a riequilibrare l’impatto ambientale previsto.
Modulo: facendo riferimento ai treni, rinvia alla lunghezza massima del treno completo.
Multipurpose: in questo contesto, termine che definisce la vocazione di un porto a svolgere attività diversificate.
Nave chimichiera: una nave costruita o prevalentemente adattata per trasportare un carico di sostanze liquide nocive alla rinfusa, incluse le «petroliere».
Normativa SEVESO (sui rischi industriali): controllo del pericolo di incidenti rilevanti connessi con sostanze pericolose. La normativa opera a livello europeo, l’ultima direttiva in materia (2012/18/UE) è stata recepita in Italia con D.lgs. 105/2015. Il rischio industriale è correlato alla presenza su un dato territorio di stabilimenti in cui vengono trattate sostanze pericolose. La presenza di sostanze pericolose, depositi o impianti di processo dà origine infatti ad un pericolo. Il pericolo non è il livello di rischio, perché bisogna considerare l’efficacia di sistemi di prevenzione, sistemi di protezione e i controlli. Perché il pericolo si traduca in rischio infatti, devono contemporaneamente fallire le misure di prevenzione, che generano una perdita di contenimento della sostanza pericolosa, e devono fallire le misure di protezione, facendo in modo che la sostanza rilasciata possa dare luogo a conseguenze indesiderate con impatto su popolazione e ambiente. Il livello di rischio per la salute umana dipende dalla natura delle sostanze che potrebbero essere rilasciate nell’atmosfera, dal quantitativo, dalla durata dell’esposizione e dalla dose assorbita. I possibili rischi per l’ambiente sono la contaminazione di suolo, acqua ed aria che cambiano in base alla tipologia delle sostanze e dal quantitativo.
Nulla Osta di Fattibilità (NOF): parere rilasciato dal comando dei vigili del fuoco competente sul territorio interessato che riguarda gli aspetti rilevanti per la prevenzione dagli incendi ed è elaborato sulla base della valutazione di un progetto di fattibilità dell’opera.
Olio combustibile: distillato pesante ottenibile dal petrolio, sul mercato internazionale i vari oli combustibili sono suddivisi in base al contenuto di zolfo. Si distinguono gli oli combustibili a basso contenuto di zolfo (BTZ) e quelli ad alto tenore di zolfo (ATZ). Viene usato come combustibile per navi (bunker).
Opzione Zero: è l’opzione che prevede la non realizzazione dell’opera, quando vengono rigettate tutte le alternative di progetto proposte.
Parco merci pericolose: zone adibite al deposito e passaggio di merci pericolose.
Pescaggio: l’altezza della parte che rimane immersa nell’acqua, lo spazio che intercorre tra la linea di galleggiamento e il punto inferiore estremo della chiglia. La nuova generazione di navi, più grandi, può far pensare alla necessità di aumentare il pescaggio in alcune aree portuali.
Piano di Emergenza Esterna (PEE): rappresenta il documento in cui la Prefettura predispone la risposta per eventuali scenari incidentali nelle zone limitrofe ai depositi chimici. La popolazione del Municipio VII – Ponente è stata consultata nell’ottobre 2019 per parlare dei Piani di Emergenza Esterna delle industrie RIR sul territorio (Carmagnani, Superba, Eni e Porto Petroli).
Piano di Emergenza Interna (PEI): è un documento di organizzazione della sicurezza degli stabilimenti RIR e riguarda l’insieme degli elementi finalizzati a controllare e circoscrivere gli incidenti, in modo da minimizzarne gli effetti e i danni per l’uomo, le cose, l’ambiente. Contiene tutti gli elementi utili che devono essere comunicati al Prefetto e alla Provincia per l’elaborazione del piano di emergenza esterno (PEE).
Piano di Rischio Aeroportuale (PRA): è uno strumento urbanistico finalizzato alla tutela del territorio dal rischio derivante dall’attività aeronautica. Individua le zone di tutela degli aeroporti, con riferimento agli spazi di decollo e di atterraggi, come previsto dal Codice della Navigazione (Parte Aeronautica, D.Lgs. n.96/2005 e D.Lgs. n.151/2006). Ha lo scopo di limitare la presenza antropica nelle zone di tutela; può prescrivere per queste aree di escludere nuovi insediamenti con destinazioni che prevedano affollamento, obiettivi sensibili o destinazioni che possono creare pericolo o danno alle persone e cose in caso di incidenti.
Piano Regolatore di Sistema Portuale: documento che determina la strategia e gli obiettivi dell’autorità di sistema portuale. Si tratta dello strumento di pianificazione del sistema dei porti e si compone di un Documento di Pianificazione Strategica di Sistema (DPSS) e dei Piani Regolatori Portuali di ciascun porto. Il piano regolatore del Porto di Genova attualmente vigente, che aveva aggiornato il precedente piano del 1969, risale al 2001. Dal 2010 sono state avviate procedure per la definizione di un nuovo piano regolatore, interrotte nel 2015 per via del mutamento della normativa che con il D.lgs. 169/2016 ha comportato il passaggio da Porto a Sistema Portuale. Al momento AdSP sta procedendo nella definizione del DPSS, propedeutico alla successiva realizzazione dei nuovi Piani Regolatori dei Porti di Genova.
Piano Regolatore Portuale (PRP): elaborato da predisporre per tutte le aree portuali, ad esclusione di quelle ad uso militare o turistico/diportistico per i porti. Era stato introdotto dalla legge 84/1994 “riordino della legislazione in materia portuale”, oggi sostituito dal piano regolatore di sistema portuale introdotto dal D.lgs. 169/2016.
Piattaforme Offshore: è un’opera di ingegneria complessa che prevede lo svolgimento di attività industriali su piattaforme in mare, spesso è la soluzione adottata per attività estrattive e di raffinazione. A seconda del tipo di attività e del contesto in cui deve essere installata, la piattaforma può essere galleggiante oppure costituita da diverse singole piattaforme (shallow water complex), posizionata su pilastri di cemento armato (gravity base complex) o torri di acciaio (compliance towers).
Polo Petrolchimico: un polo petrolchimico si occupa della produzione di prodotti semilavorati utilizzando come materia prima gas naturale o frazioni idrocarburiche provenienti dalla distillazione del petrolio. Per lavorare sfruttando il vantaggio delle economie di scala gli impianti petrolchimici devono essere di grandi dimensioni. A fronte di un processo di intensa lavorazione un polo petrolchimico deve essere dotato di alte ciminiere per lo smaltimento di fumi tossici. I depositi costieri di Superba e Carmagnani non sono poli petrolchimici.
Programma Straordinario di Investimenti urgenti per la ripresa e lo sviluppo del Porto di Genova: predisposto da AdSP e approvato con decreto n. 2 del 15 gennaio 2019 dal Commissario Straordinario per la ricostruzione (Marco Bucci). Il programma è finanziato dalle risorse stanziate dalla cosiddetta «manovra Genova» (Leggi nn. 130, 136, 145 del 2018), oltre a quelle già a bilancio dell’Autorità e di altri soggetti pubblici e privati. In particolare, la legge di bilancio 2019 ha previsto un finanziamento di 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2019, 2020, 2021 e 2022, per la realizzazione di piani di sviluppo portuali, il rafforzamento dell’intermodalità e il miglioramento dell’integrazione città-porto, il completamento di opere in corso e l’attuazione di accordi di programma e piani di recupero di beni demaniali dismessi. Il programma beneficia per un periodo di 3 anni delle deroghe previste per la ricostruzione del Ponte Morandi: possibilità di ricorrere a procedure semplificate, procedere con appalti integrati, sulla base anche solo di progettazione di fattibilità tecnico economica e riduzione dei tempi autorizzativi. Nel programma sono stanziati 20 milioni di euro per la delocalizzazione dei depositi Carmagnani e Superba.
Quota modale (ripartizione modale): percentuale di spostamenti con un certo tipo di mezzo di trasporto. Ad esempio, si può volere aumentare la quota modale di trasporto via treno rispetto a quella via macchina o viceversa. L’integrazione modale è la necessità di comporre diversi mezzi di trasporto (ad esempio stradale e ferroviario) in risposta a particolari esigenze logistiche.
Regolamento CLP (Classification, Labelling and Packaging): CE n. 1272/2008, è un regolamento dell’Unione Europea relativo alla classificazione, all’etichettatura ed all’imballaggio delle sostanze e delle miscele, al fine di armonizzare il sistema di individuazione e catalogazione dei prodotti chimici all’interno dell’Unione europea con quello adottato a livello internazionale in ambito ONU (GHS – Globally Harmonised System of Classification and Labelling of Chemicals).
Regolamento IMO (International Maritime Organization): la IMO (organizzazione marittima internazionale, agenzia ONU specializzata nella sicurezza e protezione delle spedizioni e la prevenzione dell’inquinamento marino e atmosferico delle navi) ha imposto l’obbligo di ridurre gli ossidi di zolfo dell’85% per tutte le navi per il trasporto marittimo a partire dal 1° gennaio 2020. Il regolamento avrà applicazione in tutto il mondo e in tutti i settori in cui sono utilizzati combustibili in mare aperto. Produrrà effetti sui vettori marittimi, sulle raffinerie e sui mercati globali del petrolio. Nelle zone di controllo ambientale (zone ECA) permane un regolamento più rigoroso, che vuole limitare il contenuto di zolfo allo 0.1%.
Regolamento REACH (Registration, Evaluation, Authorisation and restriction of Chemicals): è un regolamento dell’Unione Europea, CE 1907/2006, che riguarda la registrazione, valutazione e autorizzazione e la restrizione delle sostanze. Il regolamento istituisce l’Agenzia Europea delle sostanze chimiche (ECHA). Lo scopo principale del regolamento è quello di migliorare la conoscenza dei pericoli e dei rischi derivanti da sostanze chimiche già esistenti (introdotte sul mercato prima del settembre 1981) e nuove (dopo il settembre 1981) e al contempo mantenere e rafforzare la competitività e le capacità innovative dell’industria chimica europea.
Rilasci tossici: indicatore delle possibili aree di danno, nell’intorno dello stabilimento, relative a incidenti con sostanze tossiche quali dispersioni di gas o vapori tossici
Rinfusa: merce o carico non imballato, spesso usato in riferimento ai trasporti navali. Possono essere solide (carbone, cereali…) o liquide (petrolio, olio, vino…).
Risk Assessment: o “Analisi del Rischio” è una metodologia volta alla determinazione del rischio associato a determinati pericoli o sorgenti di rischio. In questo contesto viene applicata nel campo del rischio ambientale.
Ro-Ro (Roll on-Roll off o rotabile): nave-traghetto progettata e costruita per il trasporto con modalità di imbarco e sbarco di veicoli gommati (sulle proprie ruote), e di carichi, disposti su pianali o in contenitori, caricati e scaricati per mezzo di veicoli dotati di ruote in modo autonomo e senza ausilio di mezzi meccanici esterni.
Sagoma limite: si riferisce alle dimensioni massime in larghezza e altezza di un vagone ferroviario. Gli standard di sagoma sono codificati a livello mondiale dall’UIC (Unione Internazionale delle Ferrovie).
Sdemanializzazione: cessazione del carattere demaniale di un bene in conseguenza di un provvedimento della pubblica amministrazione.
Short shipping: tratte medie per cui si usano Ro-Ro.
Stazione Marittima di Genova: principale punto di imbarco per il traffico crocieristico del porto di Genova, fu costruita ad inizio Novecento per l’incremento dei traffici verso le Americhe. Oggi è la sede operativa del terminal crociere.
Stabilimenti a Rischio di Incidente Rilevante (RIR): sono stabilimenti in cui intervengano una o più sostanze pericolose tali per cui un evento quale un’emissione, un incendio o un’esplosione di grande entità, dovuto a sviluppi incontrollati, possa dare luogo ad un pericolo grave (immediato o differito), per la salute umana o per l’ambiente, all’interno o all’esterno dello stabilimento. Sono disciplinati dal decreto legislativo 105/2015, in attuazione della direttiva 2012/18/UE relativa al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose. Gli stabilimenti sono suddivisi in due grandi gruppi, gli stabilimenti di “soglia inferiore” (ex art. 6 del D.Lgs. 334/99) in cui sono presenti quantità inferiori di sostanze pericolose, e stabilimenti di “soglia superiore” (ex art. 8 del D.Lgs. 334/99) in cui le sostanze pericolose sono presenti in quantità più elevate. In Italia questi stabilimenti comprendono ad esempio raffinerie e petrolchimici, depositi di prodotti petroliferi, incluso il GPL e GNL, impianti per le produzioni chimiche di base e specialità, incluse farmaceutici, magazzini per la distribuzione di prodotti chimici pericolosi, impianti per la produzione di gas tecnici, distillerie, centrali termoelettriche, acciaierie e fonderie di metalli non ferrosi, impianti per i trattamenti galvanici di superfici, fabbriche e depositi di esplosivi e pirotecnici. Nel territorio italiano sono presenti 919 stabilimenti, in Liguria sono in totale 29, di cui 12 nel comune di Genova (dati aggiornati al 2019 dal Ministero dell’ambiente). Tra questi ultimi vi sono i depositi Carmagnani e Superba, definiti come “depositi costieri di prodotti chimici e petrolchimici”.
Terminal: spazio del porto attrezzato, costituito da banchine, magazzini, pertinenze ed altro al fine di permettere al terminalista di svolgere le operazioni portuali. Possono essere di vario tipo, ad esempio il terminal container è un’area in cui sono gestiti e movimentati i contenitori che arrivano via mare al fine di cambiarne la modalità di trasporto. Si parla di terminal quando vi è il cambio di almeno due mezzi di trasporti. In base al tipo di attività si distinguono inoltre: terminal ro-ro; terminal multipurpose; terminal petroli; terminal rinfuse. Nel 2015 l’Autorità portuale di Genova ha redatto “Terminal portuali: scheda di sintesi” che passa in rassegna i terminalisti e terminal del porto genovese.
Terminalisti: società che possiedono o hanno le concessioni sui terminal. Nei porti di Genova sono presenti diversi terminalisti. Il principale terminal container è di Psa (Genova Prà), questo si è recentemente fuso con SECH (calata sanità), altre rilevante terminalista del sistema portuale.
TEU (acronimo di twenty-foot equivalent unit): misura standard di volume nel trasporto dei container ISO, e corrisponde a circa 38 metri cubi di ingombro totale.
Trasporto intermodale: una metodologia di trasferimento delle merci che utilizza “unità di carico” standardizzate, sono di solito container, definite Unità di Trasporto Intermodale (UTI). Questo permette di poter spostare facilmente la merce nello stesso contenitore tramite diversi mezzi di trasporto (nave, camion, treno) fino alla destinazione.
Valutazione Ambientale Strategica (VAS): la VAS è uno strumento introdotto dalla direttiva europea 2001/42/CE per valutare “i piani ed i programmi che possono avere effetti significativi sull’ambiente”, con lo scopo di garantire protezione dell’ambiente e integrare considerazioni ambientali nell’elaborazione di piani e programmi. É una procedura finalizzata ad integrare considerazioni di natura ambientale nei piani e nei programmi di sviluppo. I piani urbanistici sono sottoposti a VAS. Lo scopo è valutare l’ambiente nel suo insieme, cosa non possibile con la VIA, che è più circoscritta. La valutazione ambientale di piani e programmi (VAS), e la valutazione di progetti (VIA), hanno entrambe la finalità di assicurare che l’attività antropica sia compatibile con l’ambiente.
Ultimo miglio: gli ultimi km che distanziano l’infrastruttura principale dagli utenti finali, nei porti si fa riferimento all’ultimo miglio del trasporto ferroviario che collega ai binari della ferrovia.
Valutazione Impatto Ambientale (VIA): la VIA è una procedura per l’ottenimento del Nulla Osta di Fattibilità (NOF) in materia di Rischio di Incidente Rilevante (normativa Seveso). Procedura che ha lo scopo di individuare, descrivere e valutare, in via preventiva alla realizzazione di opere, gli effetti sull’ambiente e sulla cittadinanza. La VIA riguarda i singoli progetti ed è necessaria ai fini della verifica dell’entità dell’impatto ambientale dell’opera proposta, compresa l’opzione “zero”. La valutazione ambientale di piani e programmi (VAS), e la valutazione di progetti (VIA), hanno entrambe la finalità di assicurare che l’attività antropica sia compatibile con l’ambiente.
Variante Generale (VG): modifiche generalizzate che implicano una modifica degli obiettivi e/o strategie ed alterano significativamente gli assetti infrastrutturali. Fa parte delle possibili modifiche ai PRdSP vigenti, insieme alla Variante Stralcio e l’Adeguamento Tecnico Funzionale, come previsto nella legge di riforma portuale (D.Lgs. 169/2016) e successivo correttivo del 13 dicembre 2017.
Variante Stralcio per singolo ambito (VS): modifiche infrastrutturali che non implicano modifiche degli obiettivi e/o strategie che non alterano significativamente i carichi ambientali. Non può condurre a modifiche delle strategie né degli obiettivi del PRdSP. Fa parte delle possibili modifiche ai PRdSP vigenti, insieme alla Variante Generale e l’Adeguamento Tecnico Funzionale, come previsto nella legge di riforma portuale (D.Lgs. 169/2016) e successivo correttivo del 13 dicembre 2017.
Zone di tutela A: è da limitare al massimo il carico antropico. In tale zona non vanno quindi previste nuove edificazioni residenziali. Possono essere previste attività non residenziali, con indici di edificabilità bassi, che comportano la permanenza discontinua di un numero limitato di persone.
Zone di tutela B: possono essere previsti una modesta funzione residenziale, con indici di edificabilità bassi, e attività non residenziali, con indici di edificabilità medi, che comportano la permanenza di un numero limitato di persone.
Zone di tutela C: possono essere previsti un ragionevole incremento della funzione residenziale, con indici di edificabilità medi, e nuove attività non residenziali.
Zone di tutela degli aeroporti: le zone di tutela (classificate A, B e C) sono definite in relazione alla localizzazione dell’aeroporto internazionale “Cristoforo Colombo” sul territorio del Comune di Genova. Il Piano di Rischio Aeroportuale infatti promuove il recepimento delle norme di sicurezza di leggi e regolamenti sovraordinati attraverso un’analisi della caratteristica degli insediamenti esistenti e una valutazione della coerenza delle previsioni degli strumenti urbanistici vigenti. La delibera del comune di Genova 57/2020 ha introdotto una norma integrativa del piano aeroportuale al fine di rendere possibile l’insediamento dei depositi petrolchimici in aree sottoposte a tutela di tipo B (aree collocate nel cosiddetto “Terminal Messina”). Nel mese di dicembre 2020 Enac ha presentato ricorso al Tar contro questa delibera.